venerdì 20 aprile 2007

Genitori ed educazione all'affettività

Si è tenuto venerdì scorso l’incontro con la psicopedagogista Renata D’Ambrosio nel secondo incontro del ciclo “Per saperne di più” promosso dalla Biblioteca – Circolo Culturale “Oscar Franceschini” di Brugnetto.
Venerdì prossimo (27 aprile. Ore 21.15). si terrà l’ultimo dei tre incontri sull’educazione all’uso dei mezzi di comunicazione.
Ecco di cosa ha parlato la psicopedagogista Renata d’Ambrosio.


Educare all’affettività è prima di tutto educare alla giusta relazione, alla capacità di dialogo. A quest’ultimo devono saper educare i genitori. La dott.ssa D’Ambrosio ha illustrato alcuni “stili genitoriali”; alcuni modi di essere genitori:
  • Stile genitoriale affettivo positivo. Questo è ben espresso da questo tipo di atteggiamento che fa dire spesso ai genitori nei confronti del figlio o dei figli: «Sono contento che sei qui, ti voglio bene, ti stimo, mi interessa quello che dici… ma quello che fai non è giusto». Questa può essere una frase che ricorre spesso. Oppure, semplicemente il nostro costante atteggiamento nei confronti dei nostri figli. Ricordiamoci che noi non comunichiamo solo con la bocca; circa il 70% della nostra comunicazione avviene con i gesti, il corpo, gli atteggiamenti. Si tratta del linguaggio non verbale.
  • Stile genitoriale affettivo negativo. Si esprime con questa frase: «Tu non riesci a fare nulla… lo faccio io per te». Oppure: «Basta! Non ti muovere ché fai solo danni!». Con questo atteggiamento certamente non aiuto mio figlio e non esalto le sue capacità; non lo educo.
  • Stile genitoriale critico positivo. È l’atteggiamento da parte dei genitori che cercano di dare spiegazioni al figlio, sottolineando anche l’aspetto positivo. Occorre sempre andare a cercare l’elemento positivo, anche nelle situazioni più negative.
  • Stile genitoriale critico negativo. È espresso dalla frase «Sei sempre lo stesso… anche questa volta non hai capito nulla!». Ricordiamoci che si comunica molto più con i gesti o con un abbraccio che con le parole.
La conseguenza è che, per saper educare, tra genitori e figli occorre stabilire bene i ruoli ed i compiti. Alcuni genitori, di fronte agli insuccessi dei propri figli, si fanno prendere dai sensi di colpa. E così i figli percepiscono che i loro insuccessi sono da attribuire ai loro genitori e di fronte alle difficoltà se ne lavano le mani.

È molto importante stabilire chi può risolvere il problema tra genitori e figli. Facciamo l’esempio di un figlio che ha problemi di relazione con un proprio insegnante. Non è giusto che intervenga subito e direttamente il proprio genitore: a scuola ci sta lui, è giusto che io lo responsabilizzi e gli dia l’autonomia di sbrigarsela da solo. Se il figlio è consapevole di questo, è un vero e proprio passo in avanti. Se il figlio è continuamente sotto la protezione dei genitori, non sarà mai autonomo.

Davanti ad un problema dei nostri figli, ripetere spesso la frase: «Ti dico io come si fa» può essere utile durante l’infanzia, ma non nell’adolescenza. Bisogna invece mettersi davanti al problema insieme ai nostri figli dicendogli che la soluzione noi non ce l’abbiamo. Ricordiamoci che gli adolescenti hanno tutte le conoscenze su tutto. Per esempio, sul sesso possono conoscere tutto da internet…

Quello che spesso non hanno è la capacità di sapere valutare o valorizzare le loro conoscenze. I genitori dobbiamo dare loro i valori e le priorità. Tutto questo lavoro va fatto basandoci sulla fiducia reciproca. E la fiducia è un seme che si semina sin dall’infanzia; non possiamo cominciare a coltivarla quando i figli sono adolescenti.

Molte sono state le domande e gli interventi emersi nel dibattito:
Come sviluppare o incrementare la mia capacità di relazionarmi e dialogare con mio figlio.

Se i genitori riescono a sviluppare e incrementare la relazione basata sulla fiducia ed il dialogo, tutto il resto viene di conseguenza – ha affermato la D’Ambrosio. Il genitore è capace di educare se è convinto dei valori. Qualcuno potrebbe dire che dialogare con i figli è difficile. Chiedetevi: quando vostro figlio ha cominciato a parlare, voi lo ascoltavate? Il dialogo non comincia a 13 anni. Il dialogo c’è quando qualcuno parla e qualcun altro ascolta. E non si ascoltano solo le parole, ma anche gli atteggiamenti. Il dialogo non c’è quando mio figlio mi racconta ogni cosa: questo è voler sapere; è l’interrogatorio di un genitore apprensivo che non dà fiducia al figlio. Che necessità c’è di sapere sempre ciò che ha fatto? Forse perché io voglio stare tranquillo… Dialogare non è “fare la predica” ai nostri figli.

I figli “pressati” raccontano solo quello che i genitori voglio sentirsi raccontare… Mentre un modo di dialogare è anche quello di osservare mio figlio. Spesso noi genitori vogliamo parole, ma ci dimentichiamo le emozioni.

I problemi poi si moltiplicano nell’adolescenza. I figli “tagliano” con i genitori; si oppongono. Ma ci deve essere questo contrasto. Non ci allarmiamo se i nostri figli diventano scorbutici e rustici, freddi ed insofferenti davanti a noi: vogliono vedere di che cosa sono capaci e ci sfidano per vedere fino a che punto li lasciamo fare. Ma ricordiamoci che di fronte alle loro richieste occorre saper dire anche i “No”. Dei “No” coerenti e motivati: è la fermezza educativa. Comunque non spaventiamoci dei contrasti che abbiamo con i nostri figli. Siamo invece pronti a combattere. Naturalmente le premesse per questo nostro atteggiamento educativo debbono essere messe sin dall’infanzia; il dialogo si costruisce sin dall’infanzia, soprattutto attraverso il gioco. Nel gioco il bimbo si immedesima e comunica. Giocando con i nostri figli, possiamo capire i loro stati d’animo.

Come affrontare con mio figlio il tema della sessualità e l’innamoramento.

Vivere l’innamoramento non educabile; nessuno nasce imparato. L’innamoramento è una fase piana di emozioni che non si possono controllare o stabilirne il percorso. I genitori possono aiutare a subire le delusioni, a non far tragedie se un rapporto è finito o non va. Ma attenzione a sminuire le sue emozioni dicendo: «Non ti preoccupare passerà… ne troverai un altro». Dimostriamo invece attenzione ed interesse: «Ti ascolto… Accetta le delusioni e imparerai a reagire».

Sulla sessualità e tutto ciò che riguarda il sesso, secondo la D’Ambrosio, siamo noi genitori che per primi abbiamo paura di affrontare il discorso con i nostri figli. Spesso pensiamo: chissà che cosa ci vorranno dire o che cosa ci chiederanno? Quando ci fanno queste domande teniamo ben presente la loro età: i bambini piccoli lo fanno perché hanno bisogno di sentirsi vicini la mamma. Gli adolescenti generalmente non chiedono perché comunque, anche se noi non ci rendiamo conto, sanno già tutto. Ma sulla sessualità non occorrono solo le conoscenze, sapere “come si fa”: occorrono i valori, la capacità critica e valutativa. Queste sono le cose che noi genitori dobbiamo comunicare ai nostri figli. Questo significa educare all’affettività. Gli adolescenti non vogliono informazioni, ma attenzione e sapere che cosa ne pensano i loro genitori. Perché, nonostante tutte le contestazioni, i genitori sono gli unici punti di riferimento per loro. Dunque i genitori debbono fare attenzione a cogliere l’attimo in cui possono educare all’affettività, a mano a mano che i figli crescono. Non abbiamo paura a trovare tempo di stare con i nostri figli.

Per quanto riguarda il fidanzamento, c’è solo l’esempio dei genitori. Il modo di relazionarci e di vivere gli affetti di noi genitori è un vero punto di riferimento per i nostri figli.

Appuntamento a Brugnetto venerdì prossimo alle 21.15 per l’ultimo incontro del ciclo: «La vita non è un click: realtà o reality». Il prof. Domenico Bartolini parlerà di genitori ed educazione ai mezzi di comunicazione: internet, telefonino, tv ecc.

(da Vivere Senigallia del 18 aprile 2006)

martedì 10 aprile 2007

Per saperne di più 2007

Venerdi 13 aprile ore 21,15
Genitore chi sei? Educarsi per educareCesare Giorgetti, reponsabile della pastorale familiare della diocesi di Rimini
Mercoledì 18 aprile ore 21,15
Genitori ed educazione alla affettività
Renata D'Ambrosio, psicologa del Consultorio familiare di Senigallia
Venerdi 27 aprile ore 21,15La vita non è un click: realtà e reality (Genitori ed educazione ai mezzi di comunicazione: internet, telefonino, tv...)Domenico Bartolini, giornalista e docente di lettere
Gli incontri si svolgono presso la Sala della Comunità "Don Luigi Paoletti" (g.c.) della Parrocchia di Brugnetto in via Antonelli 9
Biblioteca - Circolo Culturale "Oscar Franceschini"
via Antonelli 3 - 60010 Brugnetto di Ripe
http://www.biblioif.it/
per informazioni: 338 84 67 043
Leggilo anche su VivereSenigallia:
http://www.viveresenigallia.it/modules.php?name=News&file=print&sid=16458

Ciclo di incontri "Per saperne di più"

Il Circolo Culturale “Oscar Franceschini”, dal giorno della sua fondazione – più di trent’anni fa -, anima la vita culturale del piccolo paese di Brugnetto. In questi anni sono state organizzate tante iniziative: mostre, convegni, conferenze, concerti, spettacoli di teatro… iniziative rivolte ai giovani e agli adulti.

Da quattro anni è promossa l’iniziativa Per saperne di più. Si tratta di un ciclo di tre conferenze attorno ad un tema particolare. Negli anni passati, con gli ospiti che abbiamo invitato, abbiamo parlato di comunicazione, letteratura, ambiente, lavoro, salute, disagio giovanile.
Lo scopo di questi incontri è ben esplicitato nel titolo: con uno stile semplice si vogliono coinvolgere le persone a riflettere sul alcuni temi di importanza considerevole.

Pur con le normali difficoltà di partecipazione che questo genere di iniziative incontrano (è sempre più difficile “far uscire” le persone di casa il dopocena…), con “Per saperne di più” in questi anni stiamo creando un piccolo appuntamento tradizionale confortato da un numero significativo di partecipanti, proporzionato alla “nostra” realtà: 30/40/50 persone, a seconda del tema trattato.

Per l’edizione 2007 di “Per saperne di più” il Consiglio Direttivo ha valutato la possibilità di affrontare il tema della famiglia, in particolare il ruolo dei genitori:
“Genitori: il mestiere più difficile. Tra divieti e permessi” (non perché l’essere genitori sia un mestiere, ma perché molti genitori oggi dicono questa frase per sottolineare le loro difficoltà di educatori), con tre incontri particolari:

  1. Venerdì 13 aprile: Genitore chi sei? Educarsi ad educare, con Cesare Giorgetti, Responsabile della Pastorale familiare della Diocesi di Rimini.
  2. Mercoledì 18 aprile: Genitori ed educazione all’affettività, con la dottoressa Renata d’Ambrosio del Consultorio familiare di Senigallia.
  3. Venerdì 27 aprile: La vita non è un clik: realtà o reality. Genitori ed educazione ai mezzi di comunicazione (internet, telefonino, televisione…), con Domenico Bartolini Giornalista e Docente di Lettere.
Tutti gli incontri si svolgeranno presso la Sala della Comunità “Don Luigi Paletti” della Parrocchia di Brugnetto di Ripe in via Antonelli 9, con inizio alle ore 21.15
(da Vivere Senigallia del 9 aprile 2007)